Il Made in Puglia dice no all’overtourism: nasce l’etichetta “Buona Puglia” per un’accoglienza autentica

Negli ultimi anni la Puglia è diventata una delle regioni più amate d’Italia, scelta da viaggiatori di tutto il mondo per le sue spiagge, i borghi bianchi, la cucina sincera e quell’atmosfera calorosa che solo il Sud sa offrire. Ma il grande successo turistico porta con sé anche qualche ombra: sovraffollamento, esperienze standardizzate e una crescente perdita di autenticità.
È proprio da questa consapevolezza che nasce un progetto ambizioso, che parla di qualità, etica e identità: Buona Puglia, una rete che unisce oltre 300 professionisti del settore turistico ed enogastronomico, da chef a produttori locali, da albergatori a ristoratori, con un’idea molto chiara: dire basta al turismo di massa e riscoprire la vera essenza della Puglia.
L’anima del progetto: autenticità e rispetto per il territorio
A guidare questa rivoluzione culturale è Francesco Nacci, esperto di ristorazione e presidente del Consorzio di tutela del Biscotto di Ceglie Messapica.
“Serve un nuovo modello di accoglienza – afferma – che metta al centro le persone, la qualità e il rispetto per i territori. Non possiamo svendere l’identità pugliese per inseguire solo i numeri.”
Buona Puglia non è solo un’etichetta, ma una vera e propria filosofia. L’idea è quella di creare percorsi esperienziali su misura, lontani dalla folla e vicini al cuore pulsante della regione: masserie autentiche, cantine storiche, trulli immersi nella campagna, botteghe artigiane, borghi che raccontano storie vere.
Il progetto si avvale della collaborazione operativa con Italian Gourmet Secret, tour operator specializzato in esperienze enogastronomiche esclusive e sostenibili. L’obiettivo è chiaro: distribuire meglio i flussi turistici, valorizzare i territori meno battuti e proporre esperienze coerenti con i valori di chi quei luoghi li abita e li cura ogni giorno.
Chi ha già aderito: una rete di eccellenze dal Gargano al Salento
A credere fin da subito in questo modello sono nomi noti della ristorazione pugliese:
Peppe Zullo, ambasciatore del mangiare bene e naturale
Leonardo Vescera, custode del pesce crudo autentico
Nazario Bisconti, grande interprete del territorio
Il celebre macellaio Michele Sabatino
Ristoranti storici come Bacco a Barletta, Le Lampare al Fortino a Trani, Da Tuccino e Biancofiore a Polignano a Mare
Il mitico Cibus a Ceglie Messapica e Già Sotto l’Arco a Carovigno
Fino a toccare l’estremo sud con La Taverna del Porto a Tricase e L’altro Baffo a Otranto.
Ma ci sono anche produttori del pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, piccoli caseifici, oleifici artigianali e tanti altri protagonisti della filiera corta e pulita. È una rete trasversale, che copre tutta la Puglia e mette insieme eccellenze grandi e piccole, con un obiettivo comune: difendere la qualità e l’anima dei luoghi.
Contro il turismo mordi e fuggi. Per una Puglia più vera
Il messaggio è forte: no al turismo aggressivo, frettoloso e superficiale.
“Chi viene qui – spiegano da Buona Puglia – non deve trovare l’ennesimo format già visto, ma un’esperienza sincera. Altrimenti rischiamo che i turisti, dopo una prima delusione, non tornino più. E a rimetterci sono le attività serie, quelle che da anni lavorano con passione.”
Buona Puglia si presenta così come una comunità di valori, pronta a custodire la biodiversità culturale, gastronomica e paesaggistica della regione. Un faro per chi vuole visitare la Puglia con occhi nuovi, e per chi lavora ogni giorno per renderla migliore.
Un invito a fare rete
Il progetto è aperto a nuove adesioni.
“Invitiamo tutte le realtà virtuose pugliesi a unirsi a noi. Perché la Puglia, quella vera, è un bene comune. E va protetta insieme.”
Chi sceglierà l’etichetta Buona Puglia, sceglierà di difendere l’identità, investire sulla qualità, accogliere con autenticità.
Perché il futuro del turismo, qui in Puglia, non può che partire dal rispetto e dall’amore per ciò che siamo.